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Vera...Finta pelle

  • Categoria: Controllo
  • Post: 05/06/2023
  • Autore: FC

Vera...Finta pelle

A cosa serve?
Al mercato troviamo scarpe e giacconi reclamizzati in vera pelle; ma il prezzo irrisorio, rispetto ad un capo in vera pelle, ci mette in sospetto: forse questa pelle non è poi così "vera". 
Infatti, viene chiamata "finta pelle" o "similpelle" o "vinilpelle" o "pelle sintetica" o "ecopelle" (che di ecologico ha ben poco) ma il risultato è lo stesso: l'accoppiamento di un supporto di carta o di plastica con un prodotto sintetico (resine poliuretaniche) che rende l'effetto finale molto simile alla vera pelle e a volte difficilmente distinguibile.
La  finta pelle ha l'indubbio pregio di non sacrificare gli animali. 
Inoltre la distinzione, a rigor di legge, può essere rilevata se l'etichetta del prodotto riporta la sigla "PU" (poliuretano).
Ma a noi interessa sapere che anche la finta pelle, dipendentemente dal suo destino finale (borse, giacche, scarpe, arredamento, finta radica per i cruscotti delle auto, ecc.) presenterà diversi spessori e per controllare appunto la quantità di prodotto chimico spalmato sul supporto, ci  sì avvale spesso di sistemi (scansori) che impiegano materiale radioattivo (controllo spessore).

Come funziona?
Le basi poliuretaniche vengono poste su rulli che hanno la funzione di tirare o allentare la tensione del "foglio" prodotto al valore ottimale scelto dal produttore (alcuni millimetri). 
Una piccola sorgente radioattiva (si usano diversi radionuclidi dal Kripton allo Stronzio) è allocata in una macchina grande quanto due scatole di scarpe.
Questa "scatola" è interamente protetta (schermata) e lascia uscire le radiazioni in una sola direzione.
Sulla faccia opposta di questa "scatola" si trova un ricevitore che legge l'energia delle radiazioni che arrivano dalla sorgente radioattiva.
Le radiazioni hanno una energia ben precisa: supponiamo un valore 100. 
Quando passa del materiale tra la scatola con la sorgente e il ricevitore, il segnale "100" si riduce proporzionalmente in base allo spessore di prodotto che si vuole realizzare.
Il ricevitore regolerà così il sistema di “tiraggio” dei rulli che determina appunto questo spessore in modo che si ottenga il risultato voluto.