cella calda


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Apparecchio gammagrafico
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Capsula Ir-192
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gammamat
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guaina - proboscide
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portasorgente
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portasorgente 1

Gammagrafie

  • CND - Controlli Non Distruttivi
  • Categoria: Controllo
  • Post: 12/08/2023
  • Autore: FC

Gammagrafie

Così come si fa una radiografia ad un essere umano o animale per vedere all'interno del suo corpo se un osso ha subito un trauma, è comprensibile  che le medesime radiografie si possono fare anche su manufatti metallici per accertarsi, per esempio, se una saldatura è venuta bene o meno.
Il film “silkwood” ha fatto conoscere proprio questa attività sulle barre di uranio.
Ma se il controllo radiografico deve essere fatto su una tubazione, che magari possiede un diametro di due metri e che viene costruita attraversando il deserto, come si fa in questo caso?
Si può usare un apparecchio definito “proiettore per Gammagrafia”.

Come si usa?
Per funzionare non necessita di energia elettrica; può pesare qualche decina di chilogrammi ed è grande come una scatola da scarpe (ma esistono anche strumenti molto più grandi), quindi facilmente trasportabile.
All'interno contiene una sorgente radioattiva sigillata che può essere di cobalto (Co-60) o selenio (Se-75) o iridio (Ir-192) e che difficilmente arriva a pesare un grammo.
L’apparecchio, in molti casi è rivestito esternamente di uranio depleto (Udep o uranio impoverito), per una migliore schermatura e attenuazione delle radiazioni emergenti.
Il tutto viene trasportato in sicurezza sul luogo ove occorre effettuare la radiografia.
Si collega l'apparecchio gammagrafico ad una sonda (chiamata anche proboscide) il cui terminale è posizionato a circa 30 m di distanza nel punto ove è stata fatta la saldatura e dove deve essere eseguito il controllo radiografico.
Dalla parte opposta del manufatto metallico è applicata una pellicola radiografica che assieme al metallo riceverà le radiazioni della sorgente radioattiva; quest’ultima sarà convogliata attraverso la sonda fino ad uscire al suo punto finale e a 30 m di distanza (per sicurezza) dagli operatori che manovrano l’apparecchio.

Il tempo di esposizione della sorgente e quindi la “quantità” di radiazioni necessarie ad impressionare la pellicola radiografica, dipende dalla lega metallica e dal suo spessore.
Al termine, la sorgente viene fatta rientrare nel proiettore. e si può tornare a casa.
Tendenzialmente, queste attività se condotte in ambito cittadino si tende a svolgerle nel periodo notturno ossia quando è possibile escludere la presenza di persone estranee.