Nube radioattiva da sigarette

Dal quotidiano gratuito Metro del 1° giugno 2011

NUBE RADIOATTIVA DA SIGARETTE

L'articolo
Stare vicino ad un fumatore è come immergersi in una piccola nube radioattiva. A produrla è il polonio 210 che si sprigiona con la combustione dei residui di fertilizzanti usati nelle piantagioni. La presenza nelle sigarette del potente agente carcinogeno è stata confermata da uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, presentato in occasione della Giornata mondiale contro il fumo.
Analisi allarmanti
Le analisi – effettuate in collaborazione con l’Università di Bologna e l’ENEA – hanno evidenziato quantità rilevanti di polonio nelle dieci marche più vendute in Italia.
Fumare 20 sigarette al giorno per un anno – dicono i ricercatori – equivale a sottoporsi a 25 radiografie al torace. «Prima del 1999, quando i documenti dei produttori sono stati desecretati, la quantità era dieci volte più alta – spiegano – poi è drasticamente diminuita, ma rimane elevata». Stratosferici sono invece i livelli di fumo passivo che si raggiungono nel catino dello stadio di San Siro nei momenti topici delle partiti. Li ha misurati l’Istituto Tumori di Milano.
Aria irrespirabile
Lo scorso 23 aprile, in occasione del rigore assegnato alla Lazio contro l’Inter, oltre 10.000 spettatori hanno acceso tutti insieme le sigarette e la nicotina nell’aria del “Meazza” è schizzata da 0,07 microgrammi per metro cubo a 3,43. Durante la partita la concentrazione delle polveri ultrafini Pm 2,5 ha raggiunto un valore medio di 13,6 microgrammi per metro cubo (con frequenti picchi oltre i 35). Si tratta di un livello medio doppio, ma con picchi di 10 volte, rispetto ai valori esterni.
Intanto un’indagine curata dalla Doxa evidenzia l’emergere di un preoccupante fenomeno tra i giovani dai 15 ai 24 anni: il ricorso al fumo «per mangiare di meno».

I nostri commenti
Il polonio-210, un elemento radioattivo, è presente nelle sigarette.
Con la combustione raggiunge i polmoni e si "fissa" nei bronchi. Tra le sostanze presenti nel fumo c'è effettivamente un elemento altamente tossico con elevata radioattività, il polonio-210.
Uno studio del ISS (Istituto Superiore di Sanità), a conferma di altri studi specifici, indicano che la fonte principale del Po-210 è rappresentata dai fertilizzanti utilizzati nelle piantagioni di tabacco, ricchi di polifosfati contenenti radio (Ra-226) e i suoi prodotti di decadimento, piombo-210 (Pb-210) e Po-210.
Le foglie del tabacco accumulano Pb-210 e Po-210 attraverso i loro tricomi e il Pb-210 decade gradualmente in Po-210.
E’ stato stimato che la dose di radiazione dell'epitelio bronchiale delle persone che fumano da 25 anni sarebbe di circa 2 Sv.
Ciò può essere spiegato dall'accumulo locale di particelle insolubili di Pb-210.
La dose stimata per una persona che fuma 2 pacchetti di sigarette al giorno potrebbe essere fino a 0.4 Sv in un anno o 10 Sv in un periodo di 25 anni.
La "Fondazione Veronesi" riporta un dato calcolato per chi fuma 30 sigarette al giorno per un anno: il rischio biologico derivante dall’esposizione al polonio è paragonabile a quello di 40 radiografie al torace annue, pari a 4 casi di tumori polmonari dovuti direttamente al polonio ogni 10.000 fumatori.
Dunque nessuno nega la nocività del fumo di sigaretta sia per gli stessi fumatori che per coloro soggetti al fumo passivo, ma da qui a dire che la sola vicinanza ad un fumatore causa una esposizione radiologica, ce ne passa.
Il documento del ISS citato è molto complesso e dettagliato ma si riferisce ai soli fumatori: la nube radioattiva ipotizzata è un volo pindarico che non trova alcuna conferma scientifica.
Ma se lo scopo è quello di indurre a limitare (o annullare) il più possibile il fumo, allora ben venga la "Nube radioattiva".
Ma non è vera.