"Scopritore" dei Raggi X (o raggi Röntgen)
Wilhelm Conrad Röntgen entrò nel 1862 alla scuola tecnica di Utrecht per fare i suoi studi superiori, ma venne espulso con l’ingiusta accusa di aver fatto la caricatura, poco lusinghiera, di un suo insegnante. Portato dal preside, che lo sottopose ad un severo interrogatorio per scoprire chi era stato a disegnare la caricatura, non rivelò mai il nome del compagno. E per questo fu espulso definitivamente dalla sua scuola e da tutte le scuole d’Olanda per tutta la vita. Non conseguì dunque il diploma… e senza il quale, non poteva iscriversi all’Università.
Il padre lo convinse a seguire le lezioni all’Università di Utrecht come uditore, anche senza dare esami, e qui diventò amico di uno svizzero che gli disse che il Politecnico di Zurigo accettava iscrizioni anche da chi non aveva il diploma di maturità, se si riusciva a passare un esame di ammissione. E così fu che si preparò, superò l’esame e iniziò gli studi in ingegneria meccanica. Ma Wilhelm si appassionò di fisica sperimentale. Röntgen era molto stimato dai colleghi per la sua bravura e per il suo modo, molto rigoroso, di condurre gli esperimenti.
A Wurzburg conobbe Anna Berta Ludwing, che aveva incontrato a Zurigo nel caffè gestito dal padre, nipote del poeta Otto Ludwig, di sei anni più vecchia di lui, con la quale condivise l’amore per le passeggiate nella natura e per la montagna. Si sposarono nel 1872. Fu un matrimonio felice, senza figli, e nel 1887 adottarono la figlia del fratello di Anna, Josephina Berta.
Un giorno, a casa sua, all’ora di cena Wilhelm, taciturno, non disse niente su uno strano bagliore fluorescente che aveva visto mentre lavorava al buio nel suo laboratorio e appena finito di mangiare tornò al suo laboratorio, nonostante le lamentele della moglie. Continuò a sperimentare senza sosta per sette settimane, isolato, mentre la moglie gli preparava i pasti e gli consentì di dedicarsi all’investigazione.
Ad un certo punto mise degli oggetti di metallo tra il tubo e lo schermo, li sostenne con la mano: e vide le sue ossa ... era l’8 novembre del 1895. Il giorno dopo invitò sua moglie, Anna Bertha, nel suo laboratorio. Lei accettò contenta, perché era la prima volta che il marito le mostrava quello che faceva. Wilhelm accese il tubo e indico alla moglie di mettere una mano, che doveva restare ferma, su una lastra fotografica per quindici minuti. I misteriosi raggi attraversarono i tessuti molli della mano, lasciando sulla lastra fotografica l’immagine delle ossa e anche dell’anello che lei indossava. Sconvolta per aver visto le proprie ossa mentre era ancora in vita, non mise mai più piede nel laboratorio. Stupita, lei esclamò: “ho visto la mia morte!”
I colleghi avevano proposto di chiamare questi raggi "raggi Röntgen". Ma il fisico si rifiutò negando di legare il proprio nome a questa sua scoperta, ed insistendo per continuare a chiamarli raggi X, dove X significava l’incognita che si usa in matematica. Quando gli chiesero cosa avesse pensato al momento della scoperta, rispose placidamente ”non stavo pensando, stavo investigando!”
Ben presto l’enigmatica radiazione entrò a far parte dell’immaginario e dell’immaginazione popolare: subito sui giornali comparvero racconti sulla misteriosa radiazione, negozi che offrivano la possibilità di fare “ritratti delle ossa” e, per garantire la protezione da visioni inadeguate con occhiali ai raggi X (inesistenti), fu anche pubblicizzata biancheria intima di piombo.
Wilhelm Röntgen scelse di devolvere le 50.000 corone svedesi del premio Nobel vinto alla sua università. E si rifiutò sempre di brevettare la sua scoperta, convinto che doveva essere messa a disposizione a tutta l’umanità, gratuitamente.
Wilhelm Röntgen scelse di devolvere le 50.000 corone svedesi del premio Nobel vinto alla sua università. E si rifiutò sempre di brevettare la sua scoperta, convinto che doveva essere messa a disposizione a tutta l’umanità, gratuitamente.
Ancora oggi, in quasi tutto il mondo questi raggi sono chiamati raggi X, ma in Germania sono chiamati raggi Röntgen. E quando i tedeschi misero in orbita il loro satellite per l’astronomia, lo chiamarono "Röntgen SATellite", cioè "RöSAT".
Nel 2004 gli è stato intitolato l'elemento chimico 111, il roentgenio, sintetizzato in laboratorio nel 1994.
Nel 2004 gli è stato intitolato l'elemento chimico 111, il roentgenio, sintetizzato in laboratorio nel 1994.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Conrad_R%C3%B6ntgenhttps://www.aif.it/fisico/biografia-wilhelm-conrad-rontgen/
https://scienzapertutti.infn.it/rubriche/biografie/4052-wilhelm-conrad-roentgen3
http://www.brera.inaf.it/?page=curiosita;ritorno=home;goto=eventi_lista;include=moduli/curiosita_novembre2019.php
https://www.vanillamagazine.it/il-terrore-esistenziale-della-prima-immagine-a-raggi-x-1/