the last word in scientific manufacture
La virilità o come la intendevano loro, la cura della sessualità delle persone, era ciò che veniva spacciato dai fabbricanti di questo pseudo farmaco.
Come già detto in molte altre schede, l’entusiasmo popolare per la radioattività, era in rapida ascesa in quegli anni in cui l’influente potenza “nucleare” americana aveva fatto vincere (e finire) una guerra proprio grazie all’atomo: poco importava che nessuno aveva fatto ricerche sui rischi e i pericoli di questi intrugli.
C’era la radioattività o almeno era dichiarata, e questo bastava.
Quindi perché non sostenere che, al pari del Viagra dei nostri giorni, anche un “apparato” (tra l’altro ben confezionato e proposto al pubblico) con 226Ra avrebbe “aiutato” e sostenuto la virilità maschile?
Il Radiendocrinator era costituito da un sospensorio in tessuto nel quale si infilava una sorgente radioattiva delle dimensioni di una carta di credito e con una attività di circa 250 µCi di 226Ra e 228Ra.
Il sospensorio si doveva indossare sotto lo scroto maschile e doveva essere mantenuto più o meno a lungo, dipendentemente dal tempo di “potenza sessuale” che si voleva mostrare.
La finestra del portasorgente (rete metallica) doveva poi essere orientata verso la pelle per garantire la massima dose ai tessuti superficiali.
I prezzi di mercato iniziali erano di oltre 1000 dollari quindi il prodotto era destinato ad un target abbiente, per poi estendere la possibilità di acquisto anche alle classi meno abbienti, riducendo il costo di acquisto a circa 150 dollari.
Su un simile apparato sono stati misurati valori di circa 4 mSv/h dei quali 0,5 di sola dose gamma.
Visto con gli occhi e le conoscenze attuali, un Radiendocrinator poteva essere inteso più facilmente come un contraccettivo (per la sterilità temporanea) piuttosto che come un “energizzante” sessuale, nel caso fosse stato indossato secondo le istruzioni del produttore.
L’utilizzo prolungato del Radiendocrinator e l’esposizione temporale ha certamente provocato casi di cancro agli stessi utenti.
Ma in fondo, sempre con le conoscenze odierne, non si può dire che la pubblicità del Radiendocrinator fosse ingannevole: recitava infatti che "che ha un controllo così magistrale sulla vita e sulla salute del corpo": doveva infatti essere posizionato sopra le ghiandole endocrine.
La confezione di vendita era estremamente bella ed elegante: una custodia in similpelle con l’interno in velluto blu scuro; il portasorgente era placcato in oro. La sorgente radioattiva era costituita da diversi pezzi di carta assorbente imbevuta di radio e delle dimensioni e della forma di una carta di credito. Questi fogli erano coperti con un sottile pezzo di plastica trasparente. Credo vi sia chiaro dunque che non si trattava di una “sorgente sigillata” così come oggi noi la possiamo intendere; pertanto con la forma appena descritta non esisteva il solo rischio di irraggiamento per il portatore dell’apparato ma anche un consistente rischio di contaminazione da radio e di tutti i figli.
La compagnia che fabbricò il radiendocrinator era una creazione di William J. Bailey (in società con l’avvocato Howard Leathers), lo stesso che abbiamo già conosciuto nella scheda del Radithor.
Il prodotto venne addirittura brevettato. Si ha conoscenza della sua vendita già dal 1923, spesso accompagnata da pubblicazioni “scientifiche” a dimostrazione del ringiovanimento “sessuale”. Ma per quanto si sappia il suo declino e la sua cancellazione dai prodotti vendibili, seguì le tempistiche del “cugino” Thoradia.