le ragazze del radio
La storia è triste sia perché è terribilmente vera e perché ha coinvolto in modo infausto e letale delle povere giovani ragazze morte durante il lavoro.
Siamo negli USA intorno al 1920, un’epoca in cui la voglia di novità, di futuro e di tecnologia la fa da padrona.
La radioattività era stata scoperta da pochi decenni e nel 1914 un italiano (Panerai) aveva brevettato la tecnologia delle lancette e dei quadranti pennellati con vernici radioluminescenti.
La fabbrica di orologi United States Radium Corporation nella cittadina di Orange, nel New Jersey assunse delle ragazze con lo scopo di impiegarle nella produzione di orologi “visibili anche di notte”.
Nessuno sapeva con esattezza la pericolosità delle radiazioni e il concetto di rischio era molto legato alla quantità di ciò che si poteva detenere e manipolare: in fondo ogni ragazza lavorava con un piccolo flaconcino da poche decine di ml: come poteva essere pericoloso? Di certo non ci puoi costruire una bomba atomica. Altre fonti sostenevano invece che l’azienda era perfettamente a conoscenza dei pericoli del radio e che aveva sottoposto consapevolmente le lavoratrici ai pericoli delle radiazioni.
Fatto sta che, alle ragazze fu detto di lavorare pennellando la sostanza luminescente sulle lancette e sulle cifre di ogni orologio utilizzando pennelli con peli di cammello.
Come si usa fare con i piccoli pennelli, come fanno i pittori quando devono rappresentare minuscoli particolari, la punta al pennello la si faceva inumidendo il pennello in bocca, proprio per fare “la punta”. Non era necessario sciacquare il pennello visto l’elevato costo del flaconcino col radio. Alcune ragazze, per far colpo sui coetanei, fuori dal lavoro, utilizzarono la sostanza del flaconcino per decorarsi le unghie e i denti (che nelle buie sale da ballo si vedevano fluorescenti.
Alcune di loro si ammalarono e cominciarono a presentare sintomi specifici delle malattie da radiazioni.
Fu il medico di una di esse che vedendosi arrivare tante ragazze nelle medesime condizioni patologiche, associò il loro lavoro alle gravi manifestazioni tumorali sulla bocca, alla gola, alla lingua…
Fu una lavoratrice a portare in causa l’azienda; a lei si aggregarono altre 5 colleghe che in breve tempo vennero soprannominate “le ragazza del radio” (Radium girls).
E fu solo a seguito di questo processo, che venne riconosciuto il diritto dei singoli lavoratori che contraggono malattie professionali a citare in giudizio i loro datori di lavoro. Difficoltoso fu trovare un avvocato disposto a seguire queste ragazze nella causa contro un colosso.
Ci vollero due anni: la “fortuna” delle ragazze era che il caso aveva interessato i media che diedero molto risalto al problema. Nel 1928, si chiuse la transazione con un risarcimento di $ 10.000 e una rendita vitalizia di 600 dollari all'anno oltre al pagamento oltre al pagamento di tutte le spese legali e mediche.
Infine, fu grazie a questa triste vicenda che si stabilirono minimi standard di sicurezza oltre a riconoscere il diritto dei lavoratori alla salute e alla sicurezza durante il lavoro