Dall'alchimia alla radioattività artificiale
di Bernard Jaffe
un libro di 340 pagine
prima edizione del 1937.
Arnoldo Mondadori Editore.
è un libro che racconta la storia di molti scienziati che hanno contribuito, dal medioevo in poi, alla conquista della materia.
Alla tredicesima postazione troviamo “il romanzo di Pietro e Maria Curie”, proseguendo con Thomson, Moseley, Langmuir.
Un libro affascinante che non si ferma a spiegare l'attuale conoscenza ma incomincia dal costante sogno dell'uomo dell'immortalità e dell'arricchimento:
“l’oro cercato nelle tane punto in un laboratorio oscuro, tra Fornaci e alambicchi, crogioli e mantici un vecchio, curvo sopra certe enormi pentole d'acqua bollente, è intento a Far rassodare adagio adagio 2000 ova di gallina punto ne toglie con gran cura i gusci, li raccoglie a parte e li calcina alla fiamma; mentre un assistente separa l'albume dal tuorlo e li mescola poi con sterco di cavallo bianco.
Questa insolita materia prima doveva venire distillata eri distillata per 8 anni di fila, perché se ne potesse cavare infine un misterioso liquido bianco; è un olio rosso.
Mercè questi potenti solventi universali, i due alchimisti sperano di arrivare alla pietra filosofale.
Ecco finalmente il giorno dell'esperienza cruciale; attimi di attesa spasmodica: fiasco.
La loro pietra non vuole assolutamente trasformare in oro neppure una particella dei vari metalli saggiati”.
Per giudicare quanto gli uomini arroganti sono capaci di sbagliare le loro previsioni riportiamo quello che i colleghi di Maria Curie dicevano negandole la possibilità di lasciarla accedere alla università della Sorbona. Allora vietata alle donne: “aspettate qualche anno è Maria svanirà dalla scena come un ombra”.