Non le mette il grembiule di piombo quando le fa le radiografie
- di Mario Reggio - ANPEQ-Veneto
- Categoria: Leggende metropolitane
- Post: 16/04/2022
- Autore: FC
Non le mette il grembiule di piombo quando le fa le radiografie
Nelle sale cinematografiche italiane è stato proiettato il film "Nessuno si salva da solo" diretto da Sergio Castellitto. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, uscito nel 2011, nel quale la scrittrice descrive le vicende di Delia e Gaetano, una coppia in crisi.
Il tema assume una rilevanza non trascurabile in materia di radioprotezione in quanto l'autrice descrive cosa succede a Delia quando decide di farsi sistemare i denti e si reca da un dentista, amico del padre.
Ecco i punti salienti del romanzo:
"Non le mette il grembiule di piombo quando le fa le radiografie" (p. 157)
Dentista: "Perché non me l'hai detto che eri incinta?", Delia: "Non lo sapevo…"…. "Avevano preso la decisione subito, inutile aspettare. Erano già in bilico. Il rischio era grosso, malformazioni, cose pesanti … tutti consigliavano l'interruzione" (p. 159, 160).
Inutile aggiungere che la gravidanza verrà subito interrotta.
La gravità di queste affermazioni trasmesse al grande pubblico attraverso gli strumenti di diffusione di massa, libro + film, ai quali si vanno ad aggiungere i riassunti della trama riproposti su Wikipedia, non va sottovalutata, sia per il numero di persone del pubblico che possono ricevere simili informazioni devianti, sia perché non è raro riscontrare analoghi pregiudizi anche tra persone che dovrebbero essere adeguatamente formate ed informate sulla reale pericolosità dell'impiego delle radiazioni ionizzanti in ambito medico.
Vale quindi la pena di richiamare quanto riportato in un articolo (aggiornato al 5 ottobre 2014) della Società di Fisica Sanitaria degli Stati Uniti in materia di radiazioni ionizzanti e gravidanza.
Questi alcuni dei punti sottolineati dall'autore:
a) Va innanzitutto premesso che qualsiasi donna in piena salute senza storie personali o famigliari di problemi di tipo riproduttivo o di sviluppo fisico, inizia una gravidanza con il 3% di probabilità di partorire un figlio con difetti fisici e il 15% di probabilità di incorrere in un aborto spontaneo.
b) La maggior parte di tutte le procedure di radiologia diagnostica espongono l'embrione a meno di 50mSv. Questo livello di esposizione a radiazioni ionizzanti non dà mai origine ad alcun aumento di rischio in ambito riproduttivo, sia per quanto riguarda sia difetti al nascituro sia la possibilità di induzione di aborto spontaneo. Secondo i dati più recenti la probabilità di malformazioni o di aborto spontaneo aumenta solo per dosi superiori a 200mSv.
c) Quando presso centri qualificati viene eseguito un esame radiologico alla testa, ai denti, al torace, alle braccia, al collo o alle gambe, il fascio diretto non è ovviamente orientato né all'embrione, né alle ovaie. La radiazione diffusa che può raggiungere l'embrione, ammesso che lo raggiunga, è di livello estremamente basso (di alcuni ordini di grandezza inferiore ai 50mSv citati al punto b, n.d.r.) e non rappresenta minimamente un aumento di rischio di malformazioni nel nascituro né di induzione di aborto spontaneo.
Per una analisi molto più dettagliata sulle condizioni di rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti in funzione del periodo di gestazione si rinvia all'articolo sopra citato.
Una volta chiariti questi punti fondamentali, vale la pena di prendere in considerazione l'uso del grembiule di protezione in ambito odontoiatrico, sull'impiego del quale si è creata ultimamente una nuova "leggenda metropolitana", ossia che il grembiule, impedendo alla radiazione diffusa dal corpo del paziente di disperdersi nell'ambiente, la diffonderebbe all'indietro, sul corpo stesso del paziente, aumentandone la dose assorbita (tesi propalata ai partecipanti ad un corso di aggiornamento sulla radioprotezione).
Leggende a parte, per quanto si è evidenziato qui sopra l'uso del grembiule va preso in debita considerazione soprattutto per tranquillizzare il paziente, il quale si sente rassicurato dall'attenzione che l'odontoiatra pone per proteggerlo dalle radiazioni: Delia, la protagonista del libro e del film, molto probabilmente non si sarebbe nemmeno posta il dilemma di sottoporsi al trauma dell'interruzione di gravidanza, se il suo dentista l'avesse protetta con il "grembiule di piombo".
Da tenere presente che per quanto l'odontoiatra si informi dello stato di gravidanza della paziente, la donna (come nel film) può pensare di non essere incinta oppure può avere delle remore a dichiararlo. In ogni caso, fatte le dovute considerazioni relativamente alla "giustificazione" dell'esame radiologico, non sussistono elementi tali da impedire un esame radiologico dentale anche ad una donna in gravidanza, qualora si renda necessario:
l'utilizzo di un grembiule anti X, magari di spessore minimo, è pertanto sempre raccomandabile.
E' infine da tenere presente che nei bambini in età di sviluppo nelle proiezioni dirette a radiografare gli incisivi superiori potrebbe risultare non trascurabile l'irradiazione della tiroide, per cui è importante che gli Studi dentistici siano dotati di uno o più grembiuli anti-X completi di collare: questi sono comunque indispensabili per proteggere le persone eventualmente chiamate ad assistere pazienti problematici che debbano essere sottoposti ad esami radiologici.
Quali conclusioni trarre da questa vicenda? Se è vero che l'utilizzo del grembiule non sarebbe in linea di massima indispensabile, l'abbinamento raggi-X --> grembiule anti-X, che diventi una consuetudine assoluta (a costo zero, tranne quello dell'acquisto iniziale) da applicare ad ogni paziente sottoposto ad indagini radiologiche dentali, si tratti di donne, uomini o bambini, aiuta molto a tranquillizzare i pazienti stessi e a rassicurarli circa l'attenzione posta dal professionista nel proteggerli dalle pericolose radiazioni X.
Un unico elemento di cautela: una volta che si sia deciso di utilizzare il grembiule protettivo sempre e in ogni caso, una eventuale dimenticanza su una donna incinta che poi partorisce un figlio con problemi fisici, o che ricorrerà per paura all'interruzione di gravidanza, come la protagonista del libro e del film, renderà problematico convincere un giudice, eventualmente chiamato in causa, che non si è trattato di negligenza da parte dell'odontoiatra.