Imane FADIL
- Categoria: Storie vere
- Post: 18/09/2022
- Autore: FC
Imane FADIL
La storia è una di quelle che ha riempito le pagine dei giornali.
Perché si parlava di Berlusconi, perché si parlava della morte di una modella (Imane FADIL, una bella ragazza di 34 anni) testimone chiave nel processo Ruby Ter contro l’ex primo ministro e infine perché è (sarebbe) morta il 1 marzo 2019, avvelenata da un mix di sostanze radioattive.
Chi diceva che gli esami effettuati in un centro specializzato di Pavia confermavano la presenza di radioattività nel corpo della ragazza mentre la Procura di Milano negava una simile ipotesi.
Si sa solo che la ragazza è deceduta dopo oltre un mese di ricovero.
Poi, dalla assunzione di sostanze radioattive si è passati alla “esposizione” a sostanze che “non si trovano in commercio” ma in quantità tali da escludere una contaminazione accidentale. Sostanze però diverse dal polonio (con un richiamo all’uccisione di Litvinenko).
“C’era qualcosa di tremendamente radioattivo nel corpo di Imane Fadil, un mix di sostanze velenose che per un mese ha consumato la modella marocchina fino a farla diventare uno scheletro e ad ucciderla a 34 anni”
Poi, il 21 marzo una nuova notizia sulla morte di Imane: nessuna traccia di radioattività nel corpo della ragazza.
Gli esami sul corpo di Imane Fadil, la testimone chiave dei processi Ruby, "escludono la presenza di radioattività".
Si tratta di un'importante svolta nelle indagini per la morte sospetta dell'ex modella. Un dato scientifico che fa restare in piedi solo due ipotesi: avvelenamento da metalli o morte per malattia rara.
Sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto dal fegato e dai reni della ragazza: un'operazione che ha anche richiesto, a scopo precauzionale, l'intervento del Nucleo Radiologico e Batteriologico dei Vigili del Fuoco proprio per scongiurare ogni rischio di contaminazione radioattiva per i medici che hanno effettuato i prelievi. I successivi test, effettuati dagli specialisti dell'Istituto di Fisica dello stesso ateneo milanese, hanno certificato l'assenza di tracce radioattive nel corpo della 34enne.
Infine la svolta: Imane Fadil è morta a causa di una malattia rara che ha distrutto il sistema immunitario, già indebolito da un «Lupus». La ragazza è stata uccisa da un’aplasia midollare associata a un’epatite acuta.
Nessun avvelenamento, tantomeno da sostanze radioattive e nessuna intossicazione da metalli.
A noi rimane la curiosità di capire perché si è andati nella direzione della radioattività; non si mette in dubbio la professionalità del Centro pavese o dell’Istituto di Fisica di Milano (che infatti hanno certificato l’assenza di radioattività) e non si mette in dubbio il calvario patito dalla povera ragazza, ma citare la radioattività causata da “sostanze non reperibili in commercio” alimentava ancor di più quell’alone di mistero con il coinvolgimento di forze superiori capaci di reperire materiale radioattivo che normalmente non è in commercio.
Si era anche parlato di “cobalto radioattivo” ma solo come ipotesi: Ma una simile ipotesi la può fare solo chi non conosce le caratteristiche del cobalto radioattivo.
Il cobalto ha una energia di oltre un milione di elettronvolt e sarebbe bastato il più banale dei contatori per rivelarlo già a poca distanza dal corpo della ragazza.
Altre sostanze radioattive? Può essere! Ma in questo caso, più della radioattività c’è da tenere conto della radiotossicità (per alcune sostanze come appunto il Polonio o il Plutonio, assai marcata).
Sembra infine che quando non si sa più dove andare a parare il colpo, si arriva a ipotizzare di prodotti che non sono in commercio.
Dunque? Roba militare? E se non sono in commercio, come sono arrivate nel corpo della ragazza?
Non abbiamo risposte ma solo lo sconforto di vedere la DISinformazione sempre più imperante.