Roberto Mercadini
La storia vera e incredibile dell’ordigno più potente del mondo (Ed. Rizzoli)
Il 6 agosto 1945 per la prima volta la bomba atomica viene lanciata su una città, quel che resta di Hiroshima e quello che succede dopo è Storia: il mondo non sarà più lo stesso, la visione stessa dell’energia nucleare sarà segnata per sempre da questo evento.
Ma cosa ha portato al 6 agosto del 1945? è possibile scrivere sulla bomba atomica sulle scoperte che ne hanno reso possibile la realizzazione senza essere fisici o ingegneri nucleari? Ed è possibile raccontare il corso degli eventi che hanno preceduto il più grande evento del XX secolo senza essere uno storico? Mercadini riesce in entrambe le imprese seguendo un unico filo conduttore: il percorso che ha portato alla realizzazione della bomba non è per nulla ovvio o scontato e soprattutto non è costituito dai grandi eventi che siamo abituati a leggere nei libri.
Al contrario solo una serie di innumerevoli, fortuiti quanto insignificanti avvenimenti ha portato all’evento che ha segnato la fine del conflitto mondiale e ha cambiato la storia.
Così è per puro caso che un giovane Hitler, ancora ben lontano dal dittatore dell’immaginario collettivo, senza ancora identità e armato solo di una profonda incapacità di portare a termine ogni cosa, inviato in incognito per conto dell’esercito ad una riunione del partito nazionalsocialista, finisce per realizzare che quell’insignificante e disorganizzato gruppo di persone ha bisogno di un capo.
Ed è ancora per caso che Oppenheimer assiste inconsapevole ad una conversazione tra i due scienziati Lawrence ed Oliphant e viene a conoscenza di informazioni così riservate che in fondo è meglio per tutti che lui stesso entri nel progetto Manhattan piuttosto che dover correre ai ripari per aver condiviso con leggerezza i segreti di Stato che riguardano la bomba, o meglio l’ “aggeggio”, il “gadget”, come era definita da chi ci lavorava.
Ed infine sono a tutti gli effetti degni di una trama da commedia degli equivoci i tentativi di Heisenberg di comunicare a Bohr quanto i tedeschi siano lontani dalla realizzazione dell’ordigno nucleare. Tentativi così goffi e malriusciti da convicere Bohr ad unirsi agli altri nel progetto Manahattan e a portarlo ad avere un ruolo chiave nella realizzazione del meccanismo di innesco della bomba.
Questi ed altri piccoli eventi raccontati nel libro concorrono ad indirizzare il tortuoso percorso verso l’invenzione della bomba e rendono la lettura scorrevole e avvincente, quasi si tratti di un giallo di cui però si conoscono già vittima, movente ed assassino. I capitoli servono a costruire la trama di questo strano delitto in cui gli avvenimenti non sono quasi mai quelli che sembrano e le contraddizioni e le incomprensioni diventano opportunità.
Sebbene il libro si nutra di aneddoti la ricostruzione storica, la descrizione degli eventi e i dettagli scientifici sono rigorosi e tra gli aneddoti vengono delineati i ritratti degli uomini che li popolano e la rivoluzione della fisica quantistica.
Il risultato finale porta a cogliere un certo senso di ineluttabilità nella creazione della bomba. Eventi casuali sembrano piegati ad uso e consumo della Storia, quasi che il percorso verso il 6 agosto sia già segnato. Il libro è popolato da una concentrazione di premi Nobel tale che appare quasi scontato che le difficoltà tecniche saranno superate. Poco importa che lo stesso Fermi, lo scienziato sempre avanti a tutti gli altri, non riesca da subito a cogliere i segni della fissione o che Bohr possa scambiare i disegni di un reattore
Il 6 agosto 1945 per la prima volta la bomba atomica viene lanciata su una città, quel che resta di Hiroshima e quello che succede dopo è Storia: il mondo non sarà più lo stesso, la visione stessa dell’energia nucleare sarà segnata per sempre da questo evento.
Ma cosa ha portato al 6 agosto del 1945? è possibile scrivere sulla bomba atomica sulle scoperte che ne hanno reso possibile la realizzazione senza essere fisici o ingegneri nucleari? Ed è possibile raccontare il corso degli eventi che hanno preceduto il più grande evento del XX secolo senza essere uno storico? Mercadini riesce in entrambe le imprese seguendo un unico filo conduttore: il percorso che ha portato alla realizzazione della bomba non è per nulla ovvio o scontato e soprattutto non è costituito dai grandi eventi che siamo abituati a leggere nei libri.
Al contrario solo una serie di innumerevoli, fortuiti quanto insignificanti avvenimenti ha portato all’evento che ha segnato la fine del conflitto mondiale e ha cambiato la storia.
Così è per puro caso che un giovane Hitler, ancora ben lontano dal dittatore dell’immaginario collettivo, senza ancora identità e armato solo di una profonda incapacità di portare a termine ogni cosa, inviato in incognito per conto dell’esercito ad una riunione del partito nazionalsocialista, finisce per realizzare che quell’insignificante e disorganizzato gruppo di persone ha bisogno di un capo.
Ed è ancora per caso che Oppenheimer assiste inconsapevole ad una conversazione tra i due scienziati Lawrence ed Oliphant e viene a conoscenza di informazioni così riservate che in fondo è meglio per tutti che lui stesso entri nel progetto Manhattan piuttosto che dover correre ai ripari per aver condiviso con leggerezza i segreti di Stato che riguardano la bomba, o meglio l’ “aggeggio”, il “gadget”, come era definita da chi ci lavorava.
Ed infine sono a tutti gli effetti degni di una trama da commedia degli equivoci i tentativi di Heisenberg di comunicare a Bohr quanto i tedeschi siano lontani dalla realizzazione dell’ordigno nucleare. Tentativi così goffi e malriusciti da convicere Bohr ad unirsi agli altri nel progetto Manahattan e a portarlo ad avere un ruolo chiave nella realizzazione del meccanismo di innesco della bomba.
Questi ed altri piccoli eventi raccontati nel libro concorrono ad indirizzare il tortuoso percorso verso l’invenzione della bomba e rendono la lettura scorrevole e avvincente, quasi si tratti di un giallo di cui però si conoscono già vittima, movente ed assassino. I capitoli servono a costruire la trama di questo strano delitto in cui gli avvenimenti non sono quasi mai quelli che sembrano e le contraddizioni e le incomprensioni diventano opportunità.
Sebbene il libro si nutra di aneddoti la ricostruzione storica, la descrizione degli eventi e i dettagli scientifici sono rigorosi e tra gli aneddoti vengono delineati i ritratti degli uomini che li popolano e la rivoluzione della fisica quantistica.
Il risultato finale porta a cogliere un certo senso di ineluttabilità nella creazione della bomba. Eventi casuali sembrano piegati ad uso e consumo della Storia, quasi che il percorso verso il 6 agosto sia già segnato. Il libro è popolato da una concentrazione di premi Nobel tale che appare quasi scontato che le difficoltà tecniche saranno superate. Poco importa che lo stesso Fermi, lo scienziato sempre avanti a tutti gli altri, non riesca da subito a cogliere i segni della fissione o che Bohr possa scambiare i disegni di un reattore