Il golfista Byers

La storia di Eben Byers è una storia singolare, infarcita di credenze popolari, di superstizioni e di ciarlatani sedicenti guaritori in giacca e cravatta. Ma è una storia vera e, a suo modo, non molto diversa da quelle che succedono ancora oggi con maghi e veggenti, santoni e …… falsi dietologi che popolano le nostre città. 

Eben Byers, nato nel 1880, era un giocatore di golf e imprenditore nel campo della metallurgia. Inizialmente passò agli onori della storia per essersi affermato nella disciplina sportiva del golf a soli 20 anni, per poi raggiungere traguardi, piazzamenti e successi già nel 1902 a soli 22 anni; ovviamente tutti gli sforzi e gli impegni erano dedicati al golf (e alle donne), sport che esercitava a livello professionale. Nel 1927 aveva 47 anni ed era già un campione affermato; tornando in treno da una competizione sportiva (e in dolce compagnia), cadde dalla cuccetta e si ferì ad un braccio.

Alcune fonti riferiscono che si trattò di una frattura composta ma non ci sono evidenze in merito. Di sicuro si sa, ma si può anche chiaramente intuire, che un simile infortunio non poteva fare altro che inficiare negativamente la carriera sportiva di Byers. Per uno sportivo di quel livello, esattamente come capita agli sportivi professionisti dei nostri giorni, l'unica soluzione - qualsiasi essa fosse - doveva consentirgli di proseguire l'attività di golfista. Dapprima si limitò ad una semplice fasciatura e poi ad una semi-immobilizzazione dell'arto, ma sempre proseguendo ad esercitare l'attività sportiva.

Ciò, ovviamente, non gli consentiva una completa guarigione e gli procurava un continuo e costante dolore tanto da compromettergli le performance sportive. Gli ortopedici dell'epoca gli suggerivano quello che Byers non voleva sentire: il riposo assoluto del braccio. Così decise di consultare il suo medico: il Dott. Moyar.

Questi gli parlo di una nuova “cura”, un nuovo “farmaco” che da poco tempo era in auge negli Stati Uniti e che sembrava offrire soluzioni miracolose soprattutto sulla percezione del dolore. Oltre al fatto che, non essendo un vero e proprio farmaco, non necessitava di alcuna prescrizione medica. La sostanza in questione era il famigerato RADITHOR.

Il Radithor, brevettato da W.J.A. Bailey, era definito un medicinale composto semplicemente di un flaconcino di acqua distillata con un microcurie di radio 226 (226Ra) e 228 (228Ra). Altre fonti indicano la presenza di radio e mesotorio (corrispondente all’attinio 228 (228Ac) che genera per decadimento il 228Ra. Il 226Ra è un elemento abbondantemente presente in natura, figlio del 238U, decade in 1600 anni emettendo radiazione alfa con una elevata ionizzazione specifica (4,8 MeV) mentre il 228Ra, figlio del 232Th decade in quasi 6 anni emettendo radiazione beta da 50 keV.  

Quando un radioisotopo alfa emittente viene introdotto nel corpo umano, le radiazioni emesse (alfa) cedono una elevatissima energia (quasi 5 milioni di elettronvolt) agli organi interni interessati, oltre a contaminare tutti i comparti organici e tutto ciò con cui la soluzione è venuta in contatto: i bicchieri, i cucchiaini, i tovaglioli, le bottiglie, ecc..

Byers accettò il consiglio del medico perché questo non costituiva un impedimento ai suoi esercizi sportivi (anche se nello stesso anno risulta che Byers si ritirò dalle competizioni agonistiche) e cominciò ad assumere ben 3 flaconcini di Radithor al giorno. La sua soglia del dolore raggiunse in poco tempo alti livelli e, come farebbe la maggior parte delle persone, considerò la “medicina” un vero miracolo. Quindi pensò bene di acquistare una notevole scorta di Radithor e di condividere con altri quelli che lui considerava i miracolosi effetti: iniziò a regalare il prodotto anche ai suoi amici e congiunti. Alcune fonti raccontano anche che li somministrò anche ai suoi cavalli.

Nell'arco di 3 anni assunse qualcosa come 1400 flaconcini di Radithor, per un totale di 1,4 mCi pari a 51,8 MBq di 226Ra. Il grafico riportato nelle immagini mostra l’andamento della dose assorbita in un triennio di assunzione del “farmaco” (1928 – 1931) e nell’anno successivo alla sospensione. Si può approssimativamente calcolare una dose assorbita pari a circa 11 Gy in 3 anni (un valor medio di 0,3 Gy/mese per 36 mesi). Considerando i coefficienti di dose impegnata per unità di introduzione per ingestione (tab. IV.4 del D.Lgs. 230/95), e ipotizzando che il Radithor fosse costituito in egual parte da 226Ra e 228Rasi si calcola una dose impegnata totale pari a circa 30 Sv. Alcune stime parlano anche di valori 10 volte meggiori.


Ovviamente, come ora possiamo immaginare, l’assuefazione si fece strada e per ottenere effetti benefici, per sentire meno dolore, occorreva aumentare la dose assunta: ormai Byers stava percorrendo una strada senza ritorno. Verso alla fine del triennio in cui assunse la miscela radioattiva, Byers aveva quasi completamente perso (distrutto) la mandibola. Fu colpito anche da mutismo in conseguenza degli ascessi cerebrali occorsi a causa delle perforazioni del cranio prodotte proprio dal 226Ra e, infine, fu vittima anche di una serie di formazioni tumorali.

Byers morì nel marzo del 1932 a 51 anni: le ossa del corpo, corrose dalla radioattività si rompevano con un una impressionante fragilità; alla sua morte pesava solo 40 kg, tanto che i suoi conoscenti stentarono a riconoscere nel letto di morte l'aitante atleta e “sciupafemmine” che fu. Nel vano tentativo di ridurre la distruzione delle ossa, Byers subì una serie di interventi chirurgici che deformarono definitivamente il volto e la bellezza che molti anni prima gli apparteneva. Interventi che oltremodo non sortirono alcun effetto se non quello di aumentare il dolore oramai incontrollabile.

La radioattività devastò anche i reni ed il midollo osseo: la colorazione della sua pelle era diventata giallognola. Il New York Times annuncio la sua morte con un titolo in prima pagina: “EBEN BYERS MUORE PER AVVELENAMENTO DA RADIO”.


Fu l'inizio della fine anche per il Radithor, raccomandato fino ad allora per la cura della dispepsia, l'ipertensione, l'impotenza e oltre 150 altre malattie endocrinologiche. L'autopsia condotta sul corpo di Byers confermò la pericolosa presenza di radioattività sulle sue ossa e nei suoi organi, a livelli molto elevati. Venne sepolto in una bara rivestita di piombo.

Verso la fine del 1932 venne firmata, per divieto, la produzione del Radithor. Bailey, il sedicente medico inventore della soluzione Radithor non fu perseguito penalmente per questa e per le altre morti che furono accertate e si ritirò da questi affari per condurne altri al limite della legalità. La vicenda di Byers diede maggiori poteri alla FDA (Federal Drugs Administration). Il Radithor scomparve dal mercato nel 1932 e col tempo divenne introvabile anche sulle bancarelle frequentate dai collezionisti. 

Complessivamente vennero venduti nel mondo oltre 400.000 flaconi di Radithor. A questi devono aggiungersi anche le pastiglie, i gadget e le creme radioattive; tutte figlie delle credenze popolari e della voglia di futuro.

Come sempre, la sicurezza viene ricercata e decretata solo dopo che gli incidenti sono accaduti. Ma questa è anche storia dei giorni nostri.