La radioattività naturale nelle acque minerali
La radioattività nelle acque veniva misurata ed espressa in nanocurie (nCi = 10E-9Ci) e Unità Mache (UM): queste si relazionano così: 1 nCi = 2,75 UM. L'unità Mache (simbolo ME dal tedesco Mache-Einheit) e al plurale "Maches" è una obsoleta unità di misura della radioattività volumetrica, così chiamata in onore al fisico austriaco Heinrich Mache. Era definita come l'attività in nCi di 222Rn (ignorando i prodotti di decadimento) presente in un litro d'aria e che ionizza una corrente costante di 0.001 ESU (0.001 StatAmpere):
1 ME = 3.64 Eman = 3.64×10-10 Ci/L = 13.4545 Bq/L. (fonte Wikipedia)
Spesso su queste storiche etichette si leggono inusuali (mmc = milli-microCi) o sconosciute (oraradioattività) o con diverse declinazioni (Mache) unità di misura.
Ai fini delle valutazioni di salubrità di queste acque e conseguentemente della salute pubblica, di maggiore importanza sono sicuramente le loro caratteristiche chimiche (anche valutando il contenuto radioisotopico) piuttosto che al calcolabile carico radiologico ricavabile dal coefficiente di ingestione riferito ai diversi radionuclidi e rapportato alla Direttiva Acqua 2013/51 del 22 Ottobre 2013, che imputa a carico di ogni singolo soggetto adulto un consumo annuo di acqua pari a 730 litri.
Per ogni UM contenuta in un’acqua si determina un intake di circa 10 kBq e riferendoci al coefficiente di ingestione del 238U si ottiene una dose annuale impegnata di 0,45 mSv.
In Italia, è attualmente vigente il Decreto Legislativo 28/2016, n. 28 "Attuazione della direttiva 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano". In particolare, esso stabilisce i principi e disciplina le modalità del controllo delle sostanze radioattive mediante parametri indicatori, nonché i relativi valori di parametro.
Nell’acqua potabile, le linee guida fornite dall’Oms e dalla Commissione europea raccomandano un’intensificazione dei controlli se la concentrazione di radon nelle riserve di acqua potabile supera i 100 Bq/litro. Gli Stati Uniti hanno proposto un limite massimo di 159 Bq/litro per le riserve private d’acqua. La Commissione europea raccomanda azioni immediate oltre i 1000 Bq/litro.
In Italia, il Consiglio superiore di sanità ha raccomandato che la concentrazione di Radon nelle acque minerali e imbottigliate non superi i 100 Bq/litro (32 Bq/litro per le acque destinate ai bambini e ai lattanti).
Qui sotto sono riportate una serie di etichette storiche con la radioattività dichiarata e il calcolo del relativo intake.