E' convinzione comune che la fissione nucleare sia un fenomeno creato dall'uomo, quindi artificiale.
La memoria di quella che è ritenuta essere la prima reazione nucleare a fissione è attribuita a nostro Enrico Fermi che nel 1942 realizzò una reazione di fissione nucleare a catena autosostenuta in un laboratorio sotto le tribune di uno stadio di Chicago.
Famose sono le parole che annunciarono il grande evento realizzato dal fisico italiano: “Il navigatore italiano è sbarcato nel nuovo mondo”.
E il Chicago Pile-1 entrò nella storia come il primo reattore nucleare.
Ma nel giugno 1972 un ricercatore francese (Dott. Bouzigues) che lavorava in un impianto di riprocessamento dell'uranio notò che i campioni provenienti dalla miniera di Oklo, nel Gabon (in precedenza colonia francese) presentavano rapporti di abbondanza isotopica molto anomali .
Dopo ulteriori e approfondite ricerche, la risposta fu inequivocabile: il minerale estratto in prossimità del fiume Oklo era completamente diverso da quello che veniva reperito in ogni altro posto del mondo.
Cosa era successo nella miniera? Una reazione di fissione nucleare auto-sostenuta senza intervento di tecnologia. Un reattore a fissione nucleare naturale.
Nella miniera di uranio del fiume Oklo si sono verificate delle reazioni di fissione nucleare innescate circa 1,7 miliardi di anni fa.
La suddetta reazione era resa possibile grazie alla abbondante presenza dell'isotopo 235 dell'uranio (U235) che ammontava a circa il 3% e anche alla presenza dell'acqua (fiume) che ha agito sia da moderatore dei neutroni che come fluido di raffreddamento.
Gli ulteriori studi compiuti ritengono che il reattore sia rimasto in funzione per diverse centinaia di migliaia di anni erogando una potenza di circa 100 kW termici.
E' molto probabile che il "reattore di Oklo" non sia un caso unico ma è l'unico scoperto sino ad ora.
Ma è sufficiente a rispondere ad una delle critiche mosse alla energia nucleare più ricorrenti tra chi non conosce queste vicende ossia che “non è un fenomeno naturale”.
Bisogna però soffermarci anche su un altro aspetto che va oltre la scoperta del reattore considerato “100% naturale”: il suo naturale funzionamento ha (deve) prodotto quelli che comunemente vengono considerati "ridiuti radioattivi" valutati in diverse tonnellate comprensive di almeno qualche tonnellata di plutonio.
Naturali prodotti di fissione rimasti confinati stabilmente per miliardi di anni senza aver prodotto contaminazione verso l'ambiente esterno.