Sandra MORETTO (Ricercatrice del dipartimento di Fisica e astronomia all’Università di Padova e membro dell’Infn)
A cosa serve:
Ogni giorno viene movimentato in tutto il mondo un elevatissimo numero di container. Non possono essere ispezionati uno per uno, ma all’interno possono contenere sostanze pericolosissime o illecite.
Il solo commercio illecito di sigarette costa ai governi europei circa 10 miliardi di euro di entrate fiscali perse ogni anno.
C’è poi il trasporto di merce illegale da un punto di vista doganale: cotone al posto della seta, ad esempio, per evadere il pagamento delle accise.
Oltre al contrabbando di sigarette, al traffico di droga e armi, ai dazi e ad altre frodi fiscali alle frontiere, le autorità doganali si trovano ad affrontare un panorama ancora più complesso con prodotti contraffatti, nuove sostanze psicoattive e materiali nucleari e radioattivi.
Dopo anni di intensa ricerca e sviluppo, si è capito che non esiste un’unica soluzione, ma che solo lo sforzo combinato di più tecnologie e sistemi di ispezione possono affrontare scenari cosi complicati e complessi che ogni giorno le dogane devono affrontare.
Insieme alle tecnologie già in uso (raggi X) e loro possibili miglioramenti, si sta lavorando ad un altro sistema che può aiutare l’ispezione: l’uso di neutroni.
E' una tecnica innovativa, che non “attiva” la merce trasportata, se non per pochissimo tempo, ma la identifica con un margine di errore ridottissimo.
Come funziona?
Detto in estrema sintesi, si “spara” un fascio di neutroni verso il container, ottenendo dei segnali univoci sulla composizione dei materiali presenti all’interno.
Si è in grado di individuare cosi anche pochi chilogrammi di materiale illecito, come la droga: un grande classico, è nasconderla nei carichi di banane.
Fonti: