La presenza di tracce di radioattività nei funghi è un fenomeno conosciuto. La radioattività rilevata nei funghi è attribuibile al radioisotopo cesio 137 (Cs-137) presente a seguito della ricaduta radioattiva conseguente l'evento di Chernobyl.
D'altronde, l'emivita di 30 anni del Cs-137, cioè il periodo di tempo necessario affinché una data quantità di Cesio radioattivo si dimezzi, è tale da assicurare la presenza di questo radioisotopo ancora per molti anni a venire.
Ma anche nel caso di consumo di funghi contenenti Cs-137, la quantità di radioattività effettivamente ingerita resta comunque limitata e fornisce un contributo di dose complessiva ampiamente al di sotto del limite stabiliti dalla legge per la popolazione.
Altri alimenti possono contenere Cs-137 come mirtilli e frutti di bosco.