Scopriamo di più sulla radioattività nell'acqua
In un nostro precedente articolo vi abbiamo già raccontato della presenza di radioattività nelle nostre acque. Se non hai ancora letto l'articolo lo trovi qui: Acqua radioattiva. Cerchiamo ora di capire come veniva misurata la radioattività nelle acque e quanta radioattività possiamo trovarci.
Un tempo la radioattività nelle acque veniva misurata ed espressa in nanocurie (nCi = 1 miliardesimo di Curie) e Unità Mache.
L'unità Mache (simbolo ME dal tedesco Mache-Einheit) e al plurale "Maches" è una obsoleta unità di misura della radioattività volumetrica, così chiamata in onore al fisico austriaco Heinrich Mache. Era definita come l'attività in nCi di 222Rn (ignorando i prodotti di decadimento) presente in un litro d'aria e che ionizza una corrente costante di 0.001 ESU (0.001 StatAmpere):
1 ME = 3.64 Eman = 3.64×10-10 Ci/L = 13.4545 Bq/L (fonte Wikipedia) e ancora 1 nCi = 2,75 UM.
Sulle etichette storiche delle acque naturali il contenuto radioattivo era riportato in queste unità di misura ma talvolta è possibile trovarvi anche unità di misura inusuali (milli-microCi) o con diverse declinazioni (Marche) o addirittura sconosciute (oraradioattività).
Ai fini delle valutazioni di salubrità delle acque sono sicuramente di maggiore importanza le loro caratteristiche chimiche (anche valutando il contenuto radioisotopico) rispetto al loro "carico" radiologico.
In Italia, è attualmente in vigore il Decreto Legislativo 15 febbraio 2016, n. 28 "Attuazione della direttiva 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano", che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano. In particolare, esso stabilisce i principi e disciplina le modalità del controllo delle sostanze radioattive mediante parametri indicatori, nonché i relativi valori di parametro.
Nell’acqua potabile, le linee guida fornite dall’OMS e dalla Commissione europea raccomandano un’intensificazione dei controlli se la concentrazione di radon nelle riserve di acqua potabile supera i 100 Bq/litro e sempre la Commissione europea raccomanda azioni immediate oltre i 1000 Bq/litro.
Glli Stati Uniti hanno proposto un limite massimo di 159 Bq/litro per le riserve private d’acqua.
In Italia, il Consiglio superiore di sanità ha raccomandato che la concentrazione di radon nelle acque minerali e imbottigliate non superi i 100 Bq/litro (32 Bq/litro per le acque destinate ai bambini e ai lattanti).
Se non lo hai ancora fatto, visita la nostra Sala 2 - Materiali con radioattività naturale, troverai tante etichette storiche di acque minerali, il loro contenuto radioattivo e tante altre curiosità!